Number 1 Hospital

In United States

Personal Cabinet

Qualified Staff

Get Result Online

Satisfied Patients
Toll Free : 1 123 456 78910

Patologie

Patologie

Descrizione delle patologie

Polo Oculistico Veterinario

Consiste nella rotazione (parziale o completa) della palpebra verso la superficie corneale. Può manifestarsi a qualsiasi età. Può essere conformazionale genetico, spastico (da dolore) o cicatriziale (conseguenza di traumi o chirurgie pregresse). Esiste una forma particolare di entropion, tipico delle razze brachicefaliche, che interessa solo il canto mediale dell’occhio (angolo nasale). Le razze canine maggiormente predisposte sono: chow chow, Bulldog inglese, Labrador, Golden retriever e Shar-pei. Tra i gatti: Persiano e Maine Coon; tuttavia molte altre razze o anche cani o gatti non di razza posso esserne affette. La terapia è risolutiva e consiste in una plastica palpebrale (blefaroplastica) da eseguire in anestesia generale.

Consiste in una rotazione verso l’esterno (eversione) delle palpebre. Spesso è legata alla conformazione tipica di alcune razze, ma può essere anche dovuto ad esiti cicatriziali di ferite o chirurgie. Può causare un’esposizione permanente della superficie oculare con infiammazione cronica congiuntivale e corneale. La terapia è risolutiva e consiste in una plastica palpebrale (blefaroplastica) da eseguire in anestesia generale.

Le neoplasie palpebrali sono piuttosto frequenti nel cane e sono principalmente di natura benigna, ma esistono anche tumori palpebrali maligni. Più raramente sono manifestazione locale di una neoplasia sistemica o tumori primari della palpebra. La terapia è chirurgia e consiste nella rimozione del tumore e nella ricostruzione della palpebra.

Per trichiasi si intende un contatto non fisiologico tra peli e/o ciglia e superficie oculare. La condizione spesso è primaria ma può essere anche causata da pieghe nasali eccessivamente prominenti, entropion e agenesia palpebrale. Tipica di alcune razze come Pechinesi, Bulldog inglesi- francesi, Boston terrier, Maltesi e Shih-tzu. Questi peli possono causare irritazione più o meno grave della superficie oculare: iperlacrimazione oculare (epifora), arrossamento fino a erosioni e/o ulcere corneali. La terapia è risolutiva e consiste in una plastica palpebrale (blefaroplastica) da eseguire in anestesia generale.

Per distichiasi si intende la crescita di ciglia in posizione alterata; le ciglia fuoriescono dal bordo palpebrale anzichè dalla porzione esterna dello stesso. Alcune razze canine sono più predisposte come Barboni, Golden Retriever, Cocker Spaniel e Bulldog inglesi. Questa alterata direzione delle ciglia può essere asintomatica o creare irritazione alla superficie corneale e nei casi più gravi può anche causare ulcerazione della cornea. La terapia è risolutiva e consiste in una plastica palpebrale (blefaroplastica) o nella rimozione permanente delle distichie tramite criochirurgia o laser da eseguire in anestesia generale.

La carenza di componente acquosa delle lacrime è una delle patologie più frequente nel cane e causa la cosiddetta cheratocongiuntivite secca. Questa malattia è caratterizzata da occhi rossi, scolo oculare giallo-verdastro denso, opacità corneale di gravità variabile. Nei casi cronici la visione può essere molto ridotta o assente. 

Le razze maggiormente colpite sono: Cocker americano, Carlino, Bulldog inglese, Schnauzer nano, West Highland White terrier, Shih Tzu, Yorkshire terrier, Samoiedo, Cavalier King Charles spaniel, Springer spaniel, Pechinese e Barboncino. 

La diagnosi viene effettuata tramite il “test di Schirmer I” (STTI) con il quale si misura la produzione quantitativa del film lacrimale: vengono applicate delle apposite strisce di carta assorbente all’interno del margine della palpebra inferiore e misurata la produzione in 1 minuto (mm/60 sec.). Nel cane, una produzione adeguata deve essere di almeno di 15mm/1 m. 

La terapia è prevalentemente medica, ma nei casi gravi e refrattari si può ricorrere a delle terapie chirurgiche.

La ghiandola lacrimale della terza palpebra normalmente non è visibile; si trova alla base della terza palpebra e produce circa il 40-50% della porzione acquosa del film lacrimale. 

Quando prolassa è visibile a livello di canto mediale dell’occhio sotto forma di formazione globosa rossastra. Questa condizione è più frequente nei cani che nei gatti. 

Il prolasso, che solitamente si presenta entro il primo anno di vita, può essere mono o bilaterale. Le razze maggiormente predisposte sono: Bulldog Inglese, Bouledogue Francese, Pechinese, Shar Pei, Cane Corso, Bullmastiff, Alano, Mastino Napoletano, Beagle e Cocker Spaniel.

La terapia è solitamente risolutiva e consiste nel riposizionamento chirurgico della ghiandola.

La cornea è lo strato che ricopre e protegge il bulbo oculare ed è ricoperta a sua volta dal film lacrimale. È formata da più strati e deve avere particolari caratteristiche tra cui trasparenza e lucidità. 

Le ulcere sono alterazioni dell’integrità della cornea. 

Possibili cause: traumatica, secondaria a difetti palpebrali o delle ciglia, alterazione del film lacrimale, da contatto con agenti caustici, corpi estranei, perdita di sensibilità corneale, “da esposizione” per globo ingrossato (butfalmo) o sporgente (esoftalmo). Le forme più gravi possono causare perforazione oculare. 

La terapia può essere medica nelle forme meno gravi o chirurgica nelle forme più gravi. In ogni caso l’intervento medico o chirurgico deve essere più tempestivo possibile.

È Infiammazione delle strutture vascolari interne dell’occhio. 

I sintomi variano in base al tipo di uveite (anteriore o posteriore) ed alla modalità di insorgenza (acuta, sub-acuta o cronica). 

I sintomi possono essere: fotofobia (dolore alla luce), blefarospasmo, epifora, arrossamento dell’occhio opacità oculare, miosi (restringimento del diametro pupillare), cambiamento del colore dell’iride, ipovisione/cecità.

Se non trattata, l’uveite può portare a conseguenze anche gravi come cataratta, glaucoma, distacco retinico e quindi cecità. 

L’uveite può presentarsi come primaria o essere secondaria a patologie della cornea, cristallino e sclera. Può essere espressione di patologie sistemiche come infezioni (batteriche, virali e parassitarie), neoplasie e alterazioni metaboliche. In molti casi la causa è difficilmente identificabile. 

La terapia è medica a base di antiinfiammatori e, se opportuno, antimicrobici.

La cataratta consiste nella opacizzazione del cristallino, cioè, della lente situata all’interno dell’occhio (corrispondente all’obiettivo di una macchina fotografica). Tale patologia causa ipovisione- cecità con calo della qualità di vite dell’animale. Se sussistono i presupposti, è pertanto consigliato procedere alla sua rimozione chirurgica e posizionamento di una lente artificiale sostitutiva.

L’intervento viene effettuato con il paziente in anestesia generale. È un atto chirurgico che viene eseguito in un ambiente sterile e con il microscopio e consiste in un’incisione dell’occhio e nell’estrazione di uno degli elementi interni, il cristallino.

La rimozione della cataratta viene realizzata con l’aiuto di una sonda che emettendo ultrasuoni frantuma il cristallino i cui pezzi vengono recuperati con uno speciale aspiratore; la maggior parte dell’involucro del cristallino (la capsula) viene lasciata al suo posto, perché serve da supporto al cristallino artificiale.

Alla rimozione della cataratta segue l’inserimento di un cristallino artificiale (impianto intraoculare): il cristallino opacato viene, cioè, sostituito da una lente sintetica posta dietro la pupilla. L’incisione dell’occhio viene suturata.

Prima di lasciare il centro chirurgico viene consegnato un referto con le istruzioni dei farmaci da utilizzare. Il paziente deve iniziare le cure entro un paio d’ore dalle dimissioni e le terapie possono protrarsi anche per alcuni mesi dopo l’intervento.

La vista migliora con relativa rapidità che dipende dalla situazione clinica preoperatoria. In generale l’intervento di cataratta ha un’alta percentuale di successo, con relativo miglioramento della qualità di vite dell’animale. 

Il glaucoma è una patologia complessa, composta da diversi stati patologici la cui caratteristica che li accumuna è un aumento della pressione intraoculare. Questo aumento della pressione intraoculare è tale da non permettere un normale funzionamento del nervo ottico e della retina, con conseguente cecità, spesso a rapida insorgenza.

I sintomi possono essere: occhio rosso e dolente, opacità, buftalmo (aumento delle dimensioni dell’occhio), midriasi (dilatazione della pupilla), cambiamenti del cristallino (cataratta, lussazione), cecità. 

I glaucomi primari non sono associati ad altre patologie dell’occhio, sono su base genetica ed hanno una predisposizione di razza. Tale predisposizione può essere identificata da una visita oculistica preventiva con gonioscopia ed eventuale ultrasonografia.

Il glaucoma secondario può essere causato da altre patologie oculari, quali cataratta, neoplasie intraoculari, sub-lussazione e lussazione anteriore della lente, uveite cronica.

La terapia del glaucoma può essere medica o chirurgica, tramite laser a diodi e/o gonioimpianti. La prognosi tuttavia non è favorevole nel lungo termine.